Cosa sta succedendo in Turkmenistan? Continua la crisi alimentare nel paese più chiuso del mondo

Traduzione e adattamento di Alessio Marini


Secondo fonti locali, ad Aşgabat sono più di 30 panifici quelli che hanno smesso di preparare pane e prodotti da forno a causa della carenza di farina nel paese. Molte persone sono rimaste senza lavoro e soldi a causa di ciò. Diverse panetterie hanno affermato che il loro lavoro è stato interrotto per la mancanza di farina prodotta localmente nei negozi statali e che la farina importata è molto costosa. Comprare a 25 manat un chilo di farina importata per rivendere un chilo di pane al prezzo calmierato di 10 manat, risulta essere ovviamente sfavorevole ai proprietari dei panifici e forni turkmeni.

Ovviamente il mercato nero è fiorente, e viene venduta la farina statale da parte dei dipendenti dei negozi del governo. Nel settembre di quest'anno, le autorità del Turkmenistan hanno iniziato a fermare per interrogare tutte quelle donne che vendevano il pane nei mercati come parte della lotta contro la vendita illegale di farina statale. 

Alcuni osservatori in un'intervista a radio Azatlyk attribuiscono l'aggravarsi della situazione alla bassa produttività del grano in Turkmenistan.

Le autorità turkmene non riconoscono l'esistenza di difficoltà economiche, così come della crisi alimentare. Durante le riunioni del governo, sono state rilasciate dichiarazioni di servizio secondo cui il raccolto annuale di grano nel paese è stato di 1 milione e 400 mila tonnellate. Secondo i resoconti dei media statali, il 22 settembre è stato annunciato che l'agricoltura occupa nel prodotto interno lordo del Turkmenistan l'11)12 percento, ovvero abbastanza da garantire la sicurezza alimentare del paese.

Nonostante le dichiarazioni ufficiali i residenti delle grandi città e dei villaggi devono fare lunghe file nei negozi statali per acquistare cibo a prezzi agevolati. La maggior parte della popolazione non può permettersi di fare acquisti nei negozi privati ​​a causa dei prezzi elevati. Ovviamente questo porta le persone a cercare altri modi per procurarsi del cibo. 

Ad Aşgabat, la polizia ha cominciato ad arrestare i cittadini che cercano cibo e contenitori vuoti da rivendere nei bidoni della spazzatura. Le forze dell'ordine hanno spiegato il motivo degli arresti con il fatto che questi atteggiamenti rovinano l'aspetto dei quartieri bene della capitale turkmena, dove vivono i lavoratori delle imprese dell'industria petrolifera e del gas del paese. I poliziotti hanno anche sostenuto che le persone che frugano nei bidoni della spazzatura danno da mangiare a cani e gatti randagi, e questo è un crimine.

La situazione è talmente grave che alcuni cittadini hanno persino scritto lettere di lamentela al presidente Gurbanguly Berdimuhamedov. Quattro donne della provincia di Lebap, nel distretto di Farap, hanno mandato una lettera di protesta al presidente, ma questo ha creato loro non pochi problemi con la legge. Fonti locali dichiarano come le donne siano state convocate per essere interrogate ogni giorno negli ultimi 15 giorni e che le forze di sicurezza stiano continuando a porre loro la stessa domanda: “Perché ha chiesto farina e burro al presidente?”. Le donne sono state minacciate di venir arrestate e come i loro familiari possano rischiare il licenziamento dal lavoro.

Sembra, sempre da fonti locali, che durante gli interrogatori le forze di sicurezza chiedano se le donne abbiano problemi psichici, chiedendo loro per quale motivo esse abbiano disturbato Arkadag, uno dei titoli onorifici di Berdimuhamedov, e chiesto lui del cibo.

Secondo i residenti locali, l'attuale politica delle autorità turkmene è quella di punire chi denuncia invece di ascoltare le preoccupazioni della popolazione.





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