Wagner PMC Group vs. Gruppi jihadisti: un conflitto sempre più violento e costante e l’aggravarsi dello status di emergenza terrorismo nel Sahel
Negli ultimi mesi, l’insicurezza ed instabilità caratterizzano i contesti interni di diversi Paesi della regione del Sahel dell’Africa sub-Sahariana. In particolar modo, le continue attività criminali e le recenti tensioni tra Forze Nazionali di Sicurezza e gruppi paramilitari e privati, come la Wagner PMC Group, in contrasto con gruppi terroristi [1] e coloro professanti il salafismo-jihadista [2], come le cosiddette Islamic State (IS) Wilayat [3] e gruppi di Al-Qaeda (AQ), la cui presenza è fortemente sentita tramite continui attacchi militari ed varie forme di attività illecite, va ad incidere ulteriormente in modo negativo sulle già fragili e precarie situazioni politiche ed economiche del Sahel.
Il 20 agosto 2023 si è osservata la circolazione in vari canali e media di un video della durata di all’incirca 40 secondi, in cui il leader della Wagner PMC Group, Yevgeny Prigozhin, dichiarava un maggiore coinvolgimento attivo e dispiegamento militare di battaglioni e mercenari del gruppo paramilitare russo in operazioni di “reconnaissance and search”[4] in diversi Paesi africani, rinnovando la sua partecipazione nella lotta contro gruppi terroristi, in particolar modo contro Al Qaeda (AQ) e lo Stato Islamico (IS), e la volontà di sradicare il terrorismo nel continente intensificando ed incentivando il dislocamento di divisioni Wagner PMC Group e l’arruolamento in esse di nuove leve soprattutto nelle attività condotte in Africa, come ribadito nelle sue recenti dichiarazioni in Bielorussia del 20 luglio 2023. Si tratta della sua prima apparizione, se pur in forma virtuale, dagli eventi che lo hanno visto coinvolto nell’attentato di ribellione e marcia su Mosca il 23 giugno scorso. Analizzando i dati raccolti durante l’attività di monitoraggio informativo, con molta probabilità al momento di queste ultime dichiarazioni Prigozhin si sarebbe trovato in qualche località del Mali, secondo anche quanto riportato da fonti locali che hanno osservato l’atterraggio all’aeroporto di Bamako in Mali di un Il-76 della Russian Emergencies Ministry, uno degli aerei in dotazione della Wagner PMC Group insieme ai SA-22s presenti in Libya, con a bordo la leadership della Wagner PMC Group.
Da qualche settimana prima delle affermazioni di Prigozhin, le ostilità già presenti tra la Wagner PMC Group e la coalizione Salafi-jihadista Jama'at Nasr al-Islam wal Muslimin (JNIM) [5] si erano inasprite, aumentando il numero e l’intensità dei conflitti tra ambo le parti, in termini di causalità materiali e di vite umane. Il 17 Agosto, parallelamente alla conquista del villaggio di Ber, Mali, controllato di forze separatiste e qaediste, da parte dell’esercito manliano avente il supporto della Wagner PMC Group , JNIM ha rilasciato ufficialmente su Az-Zallaqa Media [6], un bollettino in cui denunciava il continuo perpetrare di attacchi sistemici violenti, torture, e criminalità di unità mercenarie della Wagner PMC Group nei confronti delle popolazioni stanziate i questa regione, riportando i casi più recenti di attacchi di villaggi musulmani e di gruppi etnici [7] come Jangoy, Kolongon, Kouwanta, Karbajee, Dikoni, e Semina, nell’area vicino Tandoko, Banamba, nella provincia di Koulikoro, Mali, distruggendo,uccidendo, ferendo ed arrestando decine di civili e membri di gruppi etniche e loro proprietà. Il 23 Agosto, con una nuova dichiarazione ufficiale su Az-Zallaqa Media JNIM ha incitato la popolazione manliana a mobilitarsi, incoraggiandoli ad unirsi attivamente a supporto della loro lotta contro la Wagner PMC Group e le Forze di Sicurezza del Mali, accusate di riportare ufficialmente queste operazioni aventi obiettivi contro terroristi o sostenitori di gruppi terroristici, nonostante, secondo quanto sostenuto dalla coalizione qaedista, tra le vittime vi siano “donne, bambini,neonati e uomini disarmati saccheggiati, arrestati ed uccisi senza processo o prove” [8]
Vi sono Indiscrezioni che circolano riguardo tentativi di membri qaedisti di negoziare un “armistizio” con lo Stato Islamico (IS), con l’intento di concentrare le forze contro il gruppo paramilitare russo. Tali voci di corridoio arrivate ad essere menzionate e discusse sino all’interno di canali di comunicazione di gruppi dello stesso IS, vengono viste con occhio critico dagli stessi mujahideen[9]e sostenitori, ricordando come JNIM stessa abbia iniziato dal 2020 una vera e propria lotta contro le IS wilayat e suoi affiliati operanti nella zona a causa del passaggio di un certo numero di membri di al-Qaeda nelle fila del famoso autoproclamato Califfato.[10]
La strategia dell’uso massiccio di truppe a terra intrapresa da Prigozhin tramite lo stanziamento di unità della Wagner PMC Group nell’area Sub-sahariana, in particolar modo in Mali per la lotta contro terrorismo, ha inizio de facto nel 2021. In questo periodo, nonostante non sia stato formalmente riconosciuto da alcuna autorità maliana competente, alla Wagner PMC Group venne affidato l’incarico di condurre operazioni militari di anti-terrorismo, al fine di rafforzare la sicurezza del governo di transizione del Paese[11],classificandolo come forza di “supplétifs” in collaborazione con Malian Armed Forces (FAMa)[12], Dan Na Ambassagou, milizie antijihadiste Dozo nelle regioni del Mopti e Segou, e , in rari casi, con milizie pro-governo e gruppi Tuareg nelle regioni del Menaka e Gao, Mali.
Tuttavia, le recenti vicissitudini sulla dichiarata morte di Yevgeny Prigozhin e del suo secondo in comando Dimitry Utkin, avvenuta 23 Agosto a seguito dello schianto del jet Embraer Legacy 600 vicino al villaggio di Koujenkinou nella regione di Tver a nord-ovest di Mosca, in volo dall'aeroporto Sheremetyevo di Mosca e diretto all'aeroporto di San Pietroburgo, potrebbero ricadere sui teatri di conflitto che vedono un coinvolgimento militare diretto di battaglioni della Wagner, modificando le sorti di alcuni scenari nella regione del Sahel ed in particolare nella battaglia prigozhiniana contro gruppi di matrice jihadista, i quali potrebbero sfruttare a proprio vantaggio l’impatto della temporanea assenza di una guida forte al vertice dell’organigramma della milizia paramilitare russa.
GLOSSARIO
[1]
Il Terrorismo, secondo il Glossario Intelligence è il fenomeno in cui soggetti
non statuali e/o singoli con o senza l’appoggio di Stati utilizzano
indiscriminatamente la violenza contro civili,istituzioni e/o organizzazioni
internazionali seminando terrore e condizionando scelte e politiche.
IGeneralmente, viene suddiviso in due grandi tipologie:
a)
Terrorismo Laico: matrice ideologica politica ed antigovernativa, ex. movimenti
estrema destra,sinistra e anarchico
insurrezionali.
b)
Terrorismo Etnico-separatista: matrice ideologica etnico culturale e religiosa,
ex. movimenti separatisti (Indigenous People of Biafra (IPOB) in Nigeria), confessioni
religiose (gr. Jihadisti,suprematismo bianco).
[2]
Il Salafismo -jihadista, è una delle 3 correnti insieme al Salafismo-Quetista
ed Salafiamo-attivista, che compongono il Salafismo, una riforma attiva e
puritana della corrente sunnita, che si basa sulla negazione di ogni forma di
modernizzazione religiosa e l’attuazione della legge islamica (Shari’a). I Salafi-jihadisti,
giurando Bay’ah (fedeltà) al proprio leader, sostengono la lotta armata (Jihād)
contro “Nemici vicino” (regimi musulmani ritenuti empi e miscredenti) e “Nemico
Lontano” (Paesi occidentali,in particolar modo USA e Israele), al fine di ripristinare il primo movimento
islamico, rifiutando la legittimità delle istituzioni secolari e promuovendo
una rivoluzione armata, fondamentale per la creazione di un Nuovo Califfato o
Stato Islamico. Le crisi geopolitiche e la creazione di particolari teatri di
guerra sviluppatisi nel corso degli anni, hanno determinato l’insorgere di
interpretazioni ideologico-operative differenti
del pensiero jihadista, che secondo alcuni esperti si distinguono in due
grandi gruppi islamisti con propri obbiettivi territoriali e non, struttura organizzativa
e leadership, tattiche operative: salafita-jihadista (con esponente di riferimento
Al-Qaeda) e neo-takfirita (con esponente di riferimento lo Stato Islamico – IS).
[3]
Wilayat è la versione plurale del termine arabo wilayah che significa per “Provincia”.
Nel contesto dello Stato Islamico (IS) sta ad indicare lo status assunto dalle aree
di operazioni ufficialmente riconosciute dal Islamic Central (leadership
Centrale del IS).
[4]
Utilizzata da Prigozhin nella sua dichiarazione, che letteralmente si traduce
in “ricognizione e ricerca”, ma che meglio la si può intendere con l’espressione
di “Intelligence, Surveillance,. Reconnaissance (ISR)”, per indicare l’insieme
di attività e capacità militari necessarie nella raccolta di informazioni utili
in termini tattico-strategici, e di sorveglianza volte ad un efficace riduzione
dei rischi e conduzione delle operazioni militari.
[5]Jama'at
Nasr al-Islam wal Muslimin (JNIM) è una coalizione salafi-jihadista creatasi
nel 2017 formata da gruppi jihadisti preesistenti affiliati ad Al-Qaeda, tra
cui Ansar Dine, Al-Mourabitoun, Al-Qa'ida in the Lands of the Islamic Maghreb
(AQIM), attiva nella regione del Sahel nell’Africa sub-Sahariana, in
particolare modo in Mali, Burkina Faso, al confine con il Niger e, in alcuni
casi, sconfinando all’interno del paese.
[6]
Piattaforma media di comunicazione e diffusione di propaganda jihadista
utilizzata di JNIM.
[7]
a) Bambara: Uno dei principali gruppi etnici del Mali, la cui lingua viene
utilizzata come lingua franca in alcune parti del Mali, si concentra
principalmente nelle aree sud-occidentali del Paese, tra cui le regioni di
Bamako, Sikasso, Koulikoro, Ségou.
b) Fulani (o Fula): Gruppo etnico localizzato
nelle regioni centrali in molte parti del Mali, ma sono particolarmente
concentrati nelle regioni centrali, meridionali e orientali del territorio
manliano, come ad esempio, le regioni di Sikasso, Koulikoro, Mopti e Gao.
c) Tuareg e Songhai: I primi nomadi del deserto concentrati nelle regioni
settentionali del Mali, e i secondi vivono principalmente nella regione di Gao,
lungo il fiume Niger
d) Dogon, Senufo, e Bella: I Dogon abitano le
scogliere di Bandiagara, un'area montuosa nel centro del Mali; i Senufo le
regioni sud-occidentali del Mali, come Sikasso; I Bella sono sparsi in varie
parti del Mali.
e)
Mande e Arabi: I Mande include vari sottogruppi etnici, tra cui i Bambara, i
Malinke e i Soninke aventi similitudini in termini di lingua e cultura; Gli
arabi presenti soprattutto nelle regioni occidentali del Paese, vicino il
confine con l’Algeria.
[8] Cit. dal bollettino
ufficiale di JNIM
[9] Letteramente
“combattenti nella causa dell'Islam”, termine che sta ad indicare soldati del
jihad combattono ossia i soldati jihadisti.
[10] Dalla
fine del 2020 i contrasti tra AQ e IS si sono ulteriormente deteriorati
soprattutto per quanto concerne la propaganda dei gruppi. Tra le varie
critiche, l’IS accusa i rami locali e le affiliate qaediste in particolare AQIM
e JNIM di essere “apostati”.
[11] Attualmente
sotto il controllo dei militari a seguito dei 2 Golpi verificatosi ad agosto
2020 e maggio 2021,
[12] Secondo
dati di ricerca all’incirca il 90% delle ops della FAMa sono state condotte con
il supporto di unità della Wagner.



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